Introduzione
Quando pensiamo agli interferenti endocrini immaginiamo pesticidi o sostanze industriali. In realtà, piccole fonti quotidiane possono nascondersi anche nella nostra cucina, dagli utensili alle confezioni. L’esposizione è spesso minima, ma continua e cronica: per questo conviene ridurla il più possibile.
Ecco 10 situazioni comuni e le alternative più sicure.
1. Padelle antiaderenti graffiate
I rivestimenti antiaderenti usurati possono rilasciare PFAS, sostanze persistenti e potenzialmente dannose.
Alternativa: acciaio inox, ghisa o ceramica di qualità.
2. Alluminio a contatto con cibi
L’alluminio migra più facilmente con cibi acidi o salati.
Alternativa: usa carta da forno o contenitori in vetro/acciaio.
3. Bottiglie e contenitori in plastica
Calore e luce facilitano il rilascio di BPA e ftalati.
Alternativa: acqua di rubinetto filtrata, bottiglie di vetro o borracce in acciaio.
4. Taglieri in plastica
Si usurano facilmente, rilasciando microplastiche.
Alternativa: legno o bambù, con buona manutenzione.
5. Mestoli in silicone ad alte temperature
Il silicone ad alte T° può rilasciare sostanze indesiderate.
Alternativa: legno o acciaio per le cotture.
6. Pellicola trasparente in PVC
Può rilasciare ftalati nei cibi grassi.
Alternativa: pellicole compostabili, contenitori in vetro, coperchi riutilizzabili.
7. Lattine e barattoli con rivestimento interno
Spesso contengono BPA o derivati.
Alternativa: prodotti in vetro o lattine “BPA free”.
8. Capsule per caffè in plastica/alluminio
Il calore può favorire rilascio di microplastiche e residui.
Alternativa: moka in acciaio o capsule compostabili in carta.
9. Pentole e teglie smaltate di bassa qualità
Gli smalti scadenti possono contenere piombo e cadmio.
Alternativa: ghisa smaltata o acciaio inox certificato.
10. Spugne e strofinacci sintetici
Le spugne in poliuretano rilasciano microplastiche.
Alternativa: spugne vegetali (luffa, cellulosa) o panni in cotone.
Checklist dei materiali sicuri in cucina ✅
• Pentole e padelle: acciaio inox, ghisa, ceramica di qualità
• Contenitori: vetro o acciaio
• Utensili e taglieri: legno o bambù
• Acqua: rubinetto filtrata o bottiglia di vetro
• Pellicole/coperture: carta forno, pellicola compostabile, contenitori richiudibili
• Pulizia: spugne vegetali o panni lavabili
Conclusione
Non serve rivoluzionare la cucina da un giorno all’altro: basta sostituire gradualmente i materiali più a rischio con alternative sicure e durature. È un investimento per la nostra salute, quella dei nostri familiari e dell’ambiente.
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